sabato 6 agosto 2016

33 Come spiegare l’Islam alla gente

«È più facile ingannare le persone che convincerle che sono state ingannate»  Mark Twain

Quando sono venuto a conoscenza della verità sull'Islam, sono rimasto talmente scioccato da volerlo spiegare a tutti. Non ero preparato però alla reazione che avrei incontrato. Sembrava che i miei amici più timidi improvvisamente mi evitassero ogni volta che era possibile.

Quelli più estroversi mi rimproveravano di qualsiasi cosa, dal razzismo all'intolleranza, fino al chiaro fanatismo. Tutto ciò è stato in qualche modo sorprendente e ci ho messo un po' per comprendere cosa stava succedendo. Per capire questa reazione, è necessario conoscere qualcosa della tecnica che viene comunemente chiamata lavaggio del cervello.

Il lavaggio del cervello è un processo attraverso il quale i pensieri e le azioni delle persone sono controllate da un soggetto terzo. Questo processo implica l'uso di una varietà di tecniche diverse, ma sfrutta fondamentalmente un meccanismo di sopravvivenza umano.

Il nostro cervello tende a credere che affermazioni ripetute continuamente da molte persone siano vere. Si tratta di un importante meccanismo di sopravvivenza, perché di solito la maggioranza ha ragione. Quando tutti ti dicono “Non andare in quella grotta perché c’è un orso enorme” è sensato ascoltare, ed è questo il motivo per cui il nostro cervello funziona in questo modo.

I culti religiosi approfittano di questo comportamento innato e ne amplificano l'efficacia utilizzando tecniche come la privazione del sonno e il cambio di orari dei pasti (molte di queste tecniche si trovano nell'Islam, soprattutto durante il Ramadan). C'è però un modo molto più comune in cui questo comportamento viene utilizzato da coloro che controllano i mezzi di comunicazione di massa.

Chi fa pubblicità sa che bombardando incessantemente il nostro cervello con messaggi del tipo “il nostro prodotto è buono” può gradualmente alterare le nostre opinioni. Piace a tutti credere di non essere sensibili a questo tipo di manipolazione, ma purtroppo i fatti suggeriscono il contrario.

Nel corso degli ultimi decenni, l’Islam politico ha applicato questa tecnica con grande successo, lanciandoci continuamente messaggi del tipo “l'Islam è buono” ed “è proprio come il cristianesimo”, di modo che ora la maggior parte delle persone ha subito questo “lavaggio del cervello” e ci crede.
Abbiamo sentito questo messaggio da presidenti e primi ministri, lo abbiamo sentito da insegnanti, dalla stampa, dai leader della chiesa, praticamente da qualsiasi autorità. Di conseguenza, la maggior parte delle persone sono arrivati a credere che sia vero.

Il problema del tentare di lavare il cervello con una menzogna, però, è che, una volta che le persone hanno visto la verità, nessun tipo di lavaggio del cervello potrà convincerli a credere alla bugia. Una volta che le persone hanno guardato nella grotta e hanno visto che non c'è nessun orso, è impossibile convincerli del contrario.

Le persone intelligenti che vogliono condizionare gli altri con il lavaggio del cervello lo sanno, naturalmente, e usano quindi un altro trucco astuto per “isolare” le persone dalla verità. Lavano il cervello con “la menzogna” e, allo stesso tempo, inculcano un'altra credenza: la convinzione che chiunque provi a dire la verità è “cattivo/pericoloso/malvagio” e non deve essere ascoltato. Ascoltandolo si diventa cattivo come lui e si verrà emarginati dalla società. I musulmani denigrano le persone con termini quali razzista, bigotto, islamofobo, intollerante e ignorante. A forza di sentirli cominciamo a credere loro.

Questo processo è stato così efficace che oggi si pensa istintivamente che chi critica l’islam sia un bigotto malvagio e pericoloso. Si fa quindi di tutto per evitare di ascoltare questi ragionamenti.
Per abbracciare il vostro punto di vista, bisognerà ammettere di essersi sbagliati. Chi conosce la natura umana sa che, per la maggior parte delle persone, è più facile infilare il proverbiale cammello attraverso la cruna di un ago, che forzarle a fare una ammissione del genere.

Questa reazione fu uno shock per me, e faccio ancora fatica a credere quanto sia stato efficace questo processo. Apre gli occhi vedere persone di solito intelligenti e razionali rifiutare di ascoltare una dichiarazione perfettamente logica, come se potessero infettarsi. Questo sarà probabilmente uno shock anche per voi, ma una volta che ho capito questa reazione ho trovato il modo di aggirarla.

Durante la stesura iniziale di questo libro, ho inviato la bozza ai miei amici via email e mi hanno risposto criticandomi per essere così intollerante e razzista. L’ho quindi riscritto con molta attenzione perché fosse il più neutrale possibile. Ho evitato di criticare l'Islam, soprattutto nei primi capitoli, per evitare che scattino le reazioni di chi ha subito il lavaggio del cervello. Questo approccio prudente ha funzionato bene e ha permesso a molti di apprendere la verità, invece di osteggiarla.

A prima vista, questo approccio può sembrare sbagliato. D’altronde che senso ha parlare dell’Islam se non per criticarlo?

Il vantaggio, però, è che, una volta che si conosce l'Islam, non c'è bisogno di spiegare che è male, basta pensarci con la propria testa. Dopo aver spiegato che i musulmani sono tenuti a emulare il comportamento di Maometto, tutto ciò che bisogna fare è mostrare la sua biografia, e anche la persona più politicamente corretta capirà il problema.

Ogni volta che voglio illustrare a qualcuno il tema dell'Islam, dico sempre che ho “fatto ricerche sull’Islam” o “ho letto molto sull’Islam”, aggiungendo quanto sia interessante. La maggior parte delle persone sono desiderose di conoscere di più l'Islam, dato che la gran parte di quello che hanno sentito non suona loro giusto.

A questo punto cerco di evitare discussioni eccetto quelle che riguardano le nozioni di base. Dico loro come i musulmani devono emulare Maometto e perché il Corano è così difficile da capire. Poi spiego che posso offrire loro del materiale interessante.

Consiglio sempre questo libro, non perché l’ho scritto io, ma perché è il modo migliore che conosco per spiegare il soggetto ai principianti, soprattutto quelli scettici. Ha anche il vantaggio di essere disponibile gratuitamente sul web a questo indirizzo:
http://thestoryofmohammed.blogspot.com.au
Sfortunatamente pochi leggeranno un libro così lungo sul computer.

Altri libri di autori come Bill Warner, Daniel Scott o Brigitte Gabriel, sono migliori per diversi aspetti, ma credo che questo sia il migliore come introduzione all’argomento. Si può chiaramente consigliare anche un libro diverso, ma bisogna assicurarsi che non sia troppo assertivo, soprattutto all’inizio, perché potrebbe essere uno scoglio per chi è più politicamente corretto.

Bisogna evitare, soprattutto, di criticare l'Islam fino a quando si vede che la persona ha capito la verità, e anche allora è meglio che sia lei a prendere l'iniziativa di parlare. Se una persona non è interessata, non assillatela. Le capiterà spesso di vedere da sola qualcosa che la porterà a farsi delle domande: tornerà allora da voi a chiedere. Il seme piantato crescerà spesso da solo, senza alcun ulteriore bisogno di intervento da parte vostra.

Se qualcuno è ostile alla verità, non spingetelo troppo. Lasciate loro del materiale adatto e lasciateli decidere da soli. Lasciate perdere l’argomento e mantenete l’amicizia. È sorprendente come in seguito molti giungeranno alla verità da soli. Forzarli serve solo a rafforzare le loro barriere. Adottare un approccio del genere vi risparmierà molto dolore e vi renderà molto più efficaci nel diffondere la consapevolezza dei pericoli dell’espansione islamica.

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