sabato 27 agosto 2016

31 Il Progetto

Il Progetto dei Fratelli Musulmani di Patrick Poole40

Se le autorità di polizia internazionali e le agenzie di intelligence occidentali scoprissero un documento vecchio di venti anni che rivela un piano top-secret sviluppato dalla più vecchia organizzazione islamica con una delle più estese reti terroristiche in tutto il mondo per lanciare un programma di “invasione culturale” e la conquista finale dell’Occidente e che rispecchia praticamente le tattiche utilizzate dagli islamisti da più di due decenni, si potrebbe pensare che tale notizia sarebbe riportata a titoli cubitali nel taglio alto delle prime pagine del New York Times, Washington Post, London Times, Le Monde, Bild e la Repubblica.

Anche se sembra logico, non è così. Tale documento è stato recuperato in un raid da parte delle autorità svizzere nel novembre 2001, due mesi dopo l'orrore degli attentati dell'11 settembre 2001. Da allora le informazioni su questo documento, noto negli ambienti dell’antiterrorismo come Il Progetto, e la discussione sui suoi contenuti sono state limitate al mondo top-secret delle comunità di intelligence occidentali. Le informazioni che lo riguardano sono state finalmente rese pubbliche solo attraverso il lavoro di un intrepido giornalista svizzero, Sylvain Besson di Le Temps e il suo libro pubblicato nell’ottobre 2005 in Francia, La conquête de l'Occident: Le projet secret des Islamistes (La conquista dell’occidente: il Progetto segreto degli islamisti). Un funzionario occidentale citato da Besson ha descritto il Progetto come “un’ideologia totalitaria di infiltrazione, che rappresenta, in fondo, il pericolo più grande per le società europee”.

Ora i lettori di FrontPage saranno i primi a potere leggere la traduzione completa in inglese del Progetto.

Quello che le autorità di intelligence occidentali sanno del Progetto inizia con il raid in una lussuosa villa a Campione, in Svizzera, il 7 novembre 2001. L'obiettivo del raid era Youssef Nada, direttore della Banca Al Taqwa di Lugano, che ha avuto per più di 50 anni contatti con i Fratelli Musulmani e che ha ammesso di essere uno dei leader internazionali dell'organizzazione. I Fratelli Musulmani, considerato come il più antico e uno dei più importanti movimenti islamici nel mondo, sono stati fondati da Hasan al-Banna nel 1928 con il credo “Allah è il nostro fine. Il Profeta è il nostro leader. Il Corano è la nostra legge. La Jihad è la nostra strada. Morire sulla strada di Allah è la nostra più grande speranza”.

Il raid fu condotto dalle forze dell'ordine svizzere su richiesta della Casa Bianca nel giro di vite iniziale applicato alle finanze terroristiche nel periodo immediatamente successivo agli attentati dell'11 settembre 2001. Gli investigatori americani e svizzeri stavano indagando sul coinvolgimento di Al-Taqwa nel riciclaggio di denaro e nel finanziamento di svariati gruppi terroristici islamici, tra cui Al-Qaeda, Hamas (l'affiliato palestinese dei Fratelli Musulmani), l'algerina GIA e la tunisina Ennahdah.

Tra i documenti sequestrati durante il raid della villa svizzera di Nada è incluso un piano di 14 pagine scritto in arabo, datato 1 dicembre 1982, che delinea una strategia in 12 punti per “stabilire un Governo islamico nel mondo”, identificato da allora come il Progetto. Secondo la testimonianza resa alle autorità svizzere da Nada, il documento firmato è stato preparato da "ricercatori islamici" in collaborazione con i Fratelli Musulmani.

Ciò che rende il Progetto così diverso dal classico «Morte all’America! Morte a Israele!» e «Stabiliamo il califfato globale!» della retorica islamista è che rappresenta un approccio flessibile, multifase, a lungo termine per l’“invasione culturale” dell'Occidente. Suggerendo l’impiego di varie tattiche, che vanno dall'immigrazione, all’infiltrazione, alla sorveglianza, alla propaganda, alla protesta, fino all'inganno, alla legittimazione politica e al terrorismo, il Progetto è usato da più di due decenni dai Fratelli Musulmani come piano generale. Il piano delineato nel Progetto è stato un successo schiacciante, come si può verificare in un gran numero di esempi in tutta Europa, per esempio il riconoscimento politico di organizzazioni governative islamiste parallele in Svezia, la recente Jihad contro le vignette blasfeme in Danimarca, l’intifada a Parigi lo scorso novembre con l’incendio di auto e gli attentati del 7 luglio 2005 a Londra.

Più che focalizzarsi sul terrorismo come unico metodo di azione di gruppo, come succede con Al-Qaeda, l'uso del terrore si riflette in una molteplicità di opzioni disponibili, in perfetto stile postmoderno, per infiltrarsi progressivamente, affrontare e infine stabilire il dominio islamico in Occidente.

Tra le molte raccomandazioni formulate nel Progetto troviamo le seguenti tecniche e tattiche:
1) Contattare e coordinare le azioni tra le organizzazioni islamiste della stessa matrice
2) Evitare contatti manifesti con le organizzazioni terroristiche note o con i terroristi riconosciuti per mantenere un’apparenza di “moderazione”
3) Infiltrare e prendere il controllo delle organizzazioni musulmane esistenti per riallinearle verso gli obiettivi collettivi dei Fratelli Musulmani
4) Ingannare per mascherare gli obiettivi previsti dalle azioni islamiste, purché si rispetti la legge della Sharia
5) Evitare, a livello locale, nazionale o globale, quei conflitti sociali con gli occidentali che potrebbero danneggiare la capacità a lungo termine di espandere la piattaforma islamista in Occidente o provocare un contrattacco contro i musulmani
6) Creare reti finanziarie per sovvenzionare la conversione dell’Occidente, incluso il sostegno a amministratori e lavoratori a tempo pieno
7) Tenere sotto stretta sorveglianza, controllare e organizzare le capacità di raccolta e di stoccaggio dati
8) Attuare un sistema di monitoraggio dei media occidentali per avvertire i musulmani di “Complotti internazionali fomentati contro di loro”
9) Coltivare una comunità intellettuale islamista, compresa la creazione di think-tank e gruppi di sostegno, e pubblicare studi “accademici” per legittimare le posizioni islamiste e per scrivere la storia dei movimenti islamisti
10) Sviluppare un piano globale completo dei prossimi 100 anni per promuovere l'ideologia islamista in tutto il mondo
11) Bilanciare gli obiettivi internazionali con la flessibilità locale
12) Costruire reti sociali estese di scuole, ospedali e organizzazioni di beneficenza dedicate agli ideali islamici in modo che il contatto con il movimento a favore dei musulmani in Occidente sia costante
13) Coinvolgere musulmani ideologicamente impegnati in istituzioni elette democraticamente a ogni livello in Occidente, inclusi governi, ONG, organizzazioni private e sindacati
14) Sfruttare le istituzioni occidentali già esistenti fino a quando possono essere convertite e messe al servizio dell'Islam
15) Abbozzare costituzioni, leggi e politiche islamiche per l'eventuale attuazione
16) Evitare conflitti all'interno dei movimenti islamisti a tutti i livelli, incluso lo sviluppo di processi per la risoluzione dei conflitti
17) Istituire alleanze con le organizzazioni occidentali “progressiste” che condividono obiettivi simili
18) Creare “forze di sicurezza” autonome per proteggere i musulmani in Occidente
19) Scatenare violenza per mantenere i musulmani che vivono in Occidente nello stato d’animo della Jihad
20) Sostenere i movimenti della Jihad in tutto il mondo musulmano attraverso la predicazione, la propaganda, il personale, il finanziamento e il supporto tecnico e operativo
21) Rendere la causa palestinese una questione cardine globale per i musulmani
22) Adottare la liberazione totale della Palestina da Israele e la creazione di uno Stato islamico come chiave di volta nel piano per la dominazione islamica globale
23) Istigare una campagna costante per incitare i musulmani all'odio contro gli ebrei e rifiutare qualsiasi discussione di conciliazione o di convivenza con loro
24) Creare attivamente cellule terroristiche della jihad in Palestina
25) Collegare le attività terroristiche in Palestina con il movimento del terrore globale
26) Raccogliere fondi sufficienti per perpetuare e sostenere la Jihad in tutto il mondo a tempo indeterminato

Va tenuto presente che il Progetto è stato redatto nel 1982, quando le tensioni attuali e le attività terroristiche in Medio Oriente stavano giusto per nascere. Il Progetto è estremamente lungimirante sotto molti punti di vista nel delineare la maggior parte dell'azione islamista nel corso degli ultimi due decenni, che si tratti di organizzazioni islamiste “moderate” o di gruppi terroristici veri e propri.
La maggior parte di ciò che è oggi pubblicamente conosciuto del Progetto è il risultato del lavoro investigativo di Sylvain Besson. Questo include il suo libro e un articolo pubblicato lo scorso ottobre nel quotidiano svizzero Le Temps, L'islamisme à la conquête du monde (L’islamismo alla conquista del mondo), che descrive il suo libro, disponibile solo nella versione originale in lingua francese. Almeno un quotidiano egiziano, Al-Mussawar, ha pubblicato l'intero testo del Progetto in arabo lo scorso novembre.

L’attenzione per le rivelazioni di Besson sul Progetto è stata quasi inesistente nella stampa in lingua inglese. L'unico accenno in una pubblicazione dei principali media negli Stati Uniti è stato fatto, come elemento secondario, in un articolo del Weekly Standard del 20 febbraio 2006 di Olivier Guitta, La Jihad a fumetti. Scott Burgess, ricercatore e giornalista americano che vive a Londra, ha pubblicato il commento più ampio riguardante il Progetto sul suo blog, The Daily Ablution, insieme alla traduzione in inglese del testo francese del Progetto in varie parti (parti I, II, III, IV, V, Conclusione) a dicembre. La traduzione completa in inglese realizzata da Burgess è stata qui riportata qui in modo completo con il suo permesso.

Anche se non c’è stata nessuna discussione pubblica del Progetto, il documento e il piano che esso delinea sono stati oggetto di notevoli discussioni tra i servizi segreti occidentali. Un funzionario antiterrorismo statunitense che ha parlato con Besson del Progetto, e che è citato nell'articolo di Guitta sul Weekly Standard, è l’attuale responsabile dell’anti-terrorismo della Casa Bianca, Juan Zarate. Definendo il Progetto come il piano generale dei Fratelli Musulmani per “diffondere la loro ideologia politica”, Zarate ha espresso la sua preoccupazione a Besson perché “i Fratelli Musulmani è un gruppo che ci preoccupa non perché tratti idee filosofiche o ideologiche, ma perché difende l'uso della violenza contro i civili”.

Reuven Paz, noto studioso internazionale dei movimenti islamisti, intervistato anche lui da Besson, ha parlato del Progetto nel suo contesto storico:
Il Progetto fa parte dell’atto costitutivo dell'Organizzazione internazionale dei Fratelli Musulmani, che è stata ufficialmente istituita il 29 luglio 1982. Riflette un piano ad ampio respiro che fu rinvigorito negli anni 60 del secolo scorso, con l'immigrazione in Europa di intellettuali dei Fratelli Musulmani, soprattutto siriani ed egiziani.

Come osserva Paz, il Progetto è stato redatto dai Fratelli Musulmani, come parte del loro processo di rinnovamento nel 1982, momento che segna una ripresa della sua espansione organizzativa internazionale, oltre che punto di svolta nei periodi di repressione e tolleranza alternati da parte del governo egiziano. Nel 1952, i Fratelli Musulmani svolsero un ruolo di supporto fondamentale per il movimento dei Liberi Ufficiali, guidato da Gamal Abdul Nasser, che rovesciò il re Faruq. Caddero però presto in disgrazia con il nuovo regime rivoluzionario a causa del rifiuto di Nasser di seguire la loro richiesta di istituire uno stato ideologicamente orientato all’Islam. In diversi periodi, a partire dalla rivoluzione del luglio 1952, le autorità egiziane hanno abitualmente dichiarato fuorilegge i Fratelli Musulmani e imprigionato o ucciso i suoi leader.

Da quando sono stati riabilitati nel 1982, i Fratelli Musulmani hanno diffuso la loro organizzazione in tutto il Medio Oriente, l'Europa e perfino in America.
Nella loro nazione d’origine, l’Egitto, alle elezioni politiche del 2005 i Fratelli Musulmani hanno ottenuto il 20 per cento dei seggi disponibili, formando il più grande partito di opposizione. L’organizzazione palestinese associata, nota al mondo come Hamas, ha recentemente acquisito il controllo dell'Autorità palestinese dopo che alle elezioni hanno vinto 74 dei 132 seggi nel Consiglio legislativo. Il suo ramo siriano è storicamente il più grande gruppo organizzato che si oppone al regime di Assad e l'organizzazione ha anche filiali in Giordania, 

Sudan e Iraq. Negli Stati Uniti, i Fratelli Musulmani sono rappresentati principalmente dalla Muslim American Society (MAS).
Fin dalla sua costituzione la Fratellanza Musulmana ha propugnato l'uso del terrorismo come mezzo per portare avanti la sua agenda di dominio islamico globale. Essendo il più grande movimento popolare radicale del mondo islamico, ha attirato molti dei principali leader intellettuali islamisti. Fra di loro troviamo Youssef Qaradawi, religioso musulmano sunnita qatariano di origine egiziana.
Essendo una delle più importanti figure spirituali dei Fratelli Musulmani e uno dei più significativi predicatori islamici radicali (conduce un programma settimanale su Al-Jazeera), 

Qaradawi è stato uno dei principali apologeti degli attentati suicidi in Israele e del terrorismo contro gli interessi occidentali in Medio Oriente. Sia Sylvain Besson sia Scott Burgess comparano in modo esaustivo la pubblicazione di Qaradawi, Priorities of the Islamic Movement in the Coming Phase, pubblicato nel 1990, con il Progetto, scritto 8 anni prima. Essi mettono in evidenza le impressionanti somiglianze nella lingua usata e i progetti e i metodi che sostengono. Si crede che Qaradawi abbia usato il Progetto come modello per il proprio lavoro o che abbia collaborato alla sua stesura nel 1982. Forse è un caso, ma Qaradawi era il quarto maggiore azionista della Al- Taqwa Bank di Lugano, banca diretta da Youssef Nada, l'individuo nelle cui mani è stato trovato il Progetto. Nel 1999, è stato vietato l'ingresso negli Stati Uniti a Qaradawi a causa dei suoi legami con le organizzazioni terroristiche e la sua esplicita difesa del terrorismo.

Ciò che è più preoccupante per chi ha letto il Progetto non è che gli islamisti abbiano sviluppato un piano per il dominio globale; gli esperti danno per scontato che le organizzazioni islamiche e i gruppi terroristici abbiano operato sulla base di un insieme comune di principi, connessioni e metodi generali. Ciò che è impressionante è l'efficacia di attuazione del piano islamista di conquista delineato nel Progetto da parte dei musulmani in Occidente per più di due decenni. Altrettanto preoccupante è l'ideologia che sta dietro al Progetto: incitamento all'odio e alla violenza contro le popolazioni ebraiche di tutto il mondo; la deliberata cooptazione e la sovversione delle istituzioni pubbliche e private occidentali; la raccomandazione di una politica di ricerca deliberata e crescente dello scontro dei musulmani che vivono in Occidente con i loro vicini e concittadini; l'accettazione del terrorismo come opzione legittima per raggiungere i propri scopi e l’inevitabile realtà della Jihad contro i non musulmani e il suo obiettivo finale di forzare l’adozione della legge islamica del califfato con la Sharia in Occidente e, alla fine, nel mondo intero.

Se l'esperienza di quanto successo in Europa e negli Stati Uniti nel corso dell’ultimo quarto di secolo può dare qualche segnale, i “ricercatori islamici” che hanno redatto il Progetto più di due decenni fa devono essere contenti nel vedere realizzato così rapidamente, in modo efficiente e completo, il loro piano a lungo termine di conquista dell'Occidente e nell’osservare la bandiera verde dell’Islam sventolare sui suoi cittadini.

Se gli islamisti continueranno ad avere lo stesso successo in futuro, gli occidentali dovrebbero godere delle loro libertà personali e politiche finché durano.


40 FrontPageMagazine.com | giovedì 11 maggio 2006

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