Nei capitoli precedenti abbiamo trattato dell’influenza islamica
nei governi e nelle università. In questo capitolo vedremo i modi in cui
l’Islam è in grado di influenzare i media.
Denaro
La News Corporation di Rupert Murdock è uno dei più grandi
conglomerati mediatici del mondo. Un principe saudita possiede una quota del 7%
della società, pari a circa 3 miliardi di dollari28. Nel novembre
del 2005 due giovani musulmani morirono fulminati mentre scappavano dalla
polizia dopo aver commesso un reato. I musulmani in tutta la Francia si
ribellarono notte dopo notte incendiando auto e edifici. Un giornale britannico
riportò il seguente testo29:
Il principe Alwaleed bin Talal bin Abdul Aziz
al-Saud riferì durante una conferenza a Dubai di aver telefonato al signor
Murdoch dopo aver visto una frase al telegiornale che descriveva i disordini
come “sommosse musulmane”.
«Presi il telefono e chiamai Murdoch,
spiegandogli che agivo non in qualità di azionista, ma di spettatore di Fox.
Dissi che non si trattava di sommosse musulmane, ma di sommosse» (citazione del
principe riportata dalla rivista Campaign Middle East).
"Murdoch verificò, chiamò Fox, e nel
giro di mezz'ora il testo fu cambiato da “sommosse musulmane” a “disordini
civili”.
Intimidazione
A meno che non abbiate vissuto su Marte negli ultimi anni, vi
ricorderete probabilmente delle caricature danesi di Maometto. Un giornale
danese decise di dimostrare con (molta) perspicacia l'erosione della libertà di
parola organizzando una serie di vignette che prendevano in giro l'Islam e
Maometto. Anche se in un primo momento non ci fu nessuna reazione, un imam, a
cui la Danimarca aveva gentilmente concesso la cittadinanza, viaggiò per Medio
Oriente con il fine di fomentare l'odio contro la Danimarca ed i danesi. Si
stima che i disordini, le violenze e gli attacchi economici che ne risultarono
costarono alla popolazione danese circa 170 milioni di dollari. Le acque si
calmarono dopo che il giornale e il governo danese si profusero in scuse
umilianti, ma i disegnatori delle vignette si sono aggiunti al crescente numero
di giornalisti sotto scorta 24 ore su 24 per proteggerli dai musulmani. È
chiaro che, prima di criticare l’Islam o anche semplicemente prima di riportare
la verità, ogni giornale prenderà seriamente in considerazione le probabili
conseguenze.
Educazione
I giornalisti che si occupano dell'Islam e delle questioni del
Medio Oriente sono di solito specialisti che hanno frequentato corsi di studi
mediorientali all'Università. La stragrande maggioranza di queste facoltà è
finanziata da petrodollari medio orientali (vedi il capitolo 21).
Governo
Anche se in teoria crediamo in una stampa libera, in pratica il
governo eserciterà sempre una certa influenza sulla stampa, grazie ad una
combinazione di minacce, premi, favori. È quindi normale pensare che l'Islam
usi la sua influenza sui governi per fare pressione ai media, soprattutto su
editori radiotelevisivi parastatali come la BBC, il cui dipartimento arabo è
stato aspramente criticato per la presa di posizione pro jihadista. Molti
credono che i media siano di proprietà degli ebrei e siano fortemente a favore
degli ebrei. Se fosse davvero così, dovremmo assistere a una miriade di
programmi o leggere molti più articoli che critichino seriamente l'Islam.
Con un grado di controllo sui governi, sui media e sulle
università, l'Islam è in grado di diffondere la sua influenza alla maggior
parte delle altre istituzioni della nostra società. Esempi evidenti sono le
scuole (gestite dal governo con la classe dei docenti universitari), la polizia
(gestita dallo stato), gli editori di libri (vedere la sezione di cui sopra),
la magistratura (gestita dal governo e formata da personale con istruzione
universitaria) e i consigli regionali e comunali (tramite i voti dei musulmani).
A questo punto dovreste già aver capito perché non avete mai sentito parlare
della storia della vita di Maometto e l'importanza che essa riveste per la
società moderna.
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28 Fonte: Wikipedia,
29 The Guardian, 12/12/2005
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