sabato 27 agosto 2016

20 Tesoro di guerra


I770 Un meccano di nome Al Hajjaj si convertì all’Islam e partecipò alla conquista di Khaybar. Dopo l’operazione, chiese a Maometto il permesso di andare alla Mecca per concludere alcuni affari e riscuotere i suoi debiti. Domandò anche se poteva mentire per riavere il denaro. Il profeta di Allah rispose: “Menti”. Così, partì per La Mecca. Quando giunse a destinazione, i meccani iniziarono a chiedere notizie di Khaybar. Non sapevano che l’uomo si fosse convertito e credevano alle sue parole. Al Hajjaj disse che i musulmani avevano perso e che Maometto era stato imprigionato. Aggiunse che i giudei di Khaybar l’avrebbero portato a La Mecca per ucciderlo.
I771 I meccani esultarono. In seguito, chiese loro di aiutarlo a riscuotere i suoi debiti affinché potesse ritornare a Khaybar e approfittare della confusione. Così, di buon grado, lo aiutarono a riscuotere i debiti.
Tre giorni dopo la sua partenza, i meccani scoprirono la verità su Khaybar e che Al Hajjaj era diventato musulmano.

Commenti dell’autore:

Ancora una volta vediamo come Maometto autorizza l’uso dell’inganno nei confronti dei kaffir per ottenere un vantaggio. Questa era una delle sue strategie preferite e viene spesso descritta nelle sue biografie. Al giorno d’oggi, essa rimane un pilastro della Jihad e ha persino un nome: in arabo è conosciuta come “taquiya” o inganno sacro.

I774 Un totale di milleottocento persone si divisero le ricchezze sottratte ai giudei di Khaybar. Un soldato di cavalleria avrebbe ricevuto tre parti dei beni, mentre uno di fanteria solamente una. Maometto stabilì che diciotto comandanti si sarebbero occupati di dividere il bottino. Egli ricevette la quinta parte di esso prima della distribuzione.

A Maometto non interessava uno stile di vita sfarzoso. Persino le sue mogli si lamentavano delle umili condizioni in cui vivevano nonostante le sue ricchezze. Ciò che realmente lo muoveva era il desiderio di essere venerato da tutti. La gran parte dei suoi averi veniva spesa in armi e rifornimenti per la Jihad oppure per risolvere dispute tra i seguaci (denaro insanguinato). Durante gli ultimi anni della sua vita, Maometto dedicò i suoi sforzi unicamente alla conquista dei kaffir. Anche questo è un elemento fondamentale della religione da lui fondata.
Nel capitolo precedente abbiamo esaminato l’influenza dell’Islam nei governi occidentali, in questo invece vedremo come condiziona un altro tipo di istituzione.

L’influenza islamica nelle università

La gran parte delle università sono gestite dai governi. Per questo motivo, l’Islam può facilmente influenzarle grazie al controllo che esercita sulle decisioni amministrative. Inoltre, i musulmani più abbienti sono soliti donare ingenti quantità di denaro alle università del mondo occidentale, ottenendo di fatto il diritto di condizionare le decisioni e le politiche ad esse relative. Dal momento che i leader di quasi tutti i settori passano per l’università, le informazioni ivi diffuse sono determinanti per il futuro delle nostre società.

 

Da Wikipedia:17

Nel marzo del 2008, Alwaleed Bin Talal donò otto milioni di sterline per la costruzione di un centro di studi islamici (che porterà il suo nome) presso l’Università di Cambridge. Pochi mesi più tardi, l’8 maggio del 2008, offrì sedici milioni di sterline all’Università di Edimburgo per la fondazione del Centro per lo studio dell’Islam nel mondo contemporaneo. Nell’aprile del 2009, Al Waleed donò venti milioni di sterline all’Università di Harward, una delle venticinque donazioni più cospicue ricevute dall’istituzione. La stessa somma di denaro fu elargita anche all’Università di Georgetown.
Donazioni di provenienza islamica come queste non sono sempre state ricevute con entusiasmo per via degli effetti che avrebbero avuto sulloggettività accademica e su questioni legate alla sicurezza.

I musulmani sono obbligati a dare in beneficenza una percentuale dei loro guadagni; tuttavia, il denaro donato ai kaffir non viene considerato. Tenendo conto che sei musulmani su dieci sono analfabeti18, può sembrare strano che vengano donate somme così ingenti alle università occidentali. Ed è difficile credere che tanta generosità non comporti una serie di condizioni. È forse per questo motivo che le università sono piuttosto restie a criticare il mondo islamico. Al contrario, pubblicano articoli che appoggiano esplicitamente l’Islam e ne presentano i fatti storici e le conquiste attraverso una prospettiva poco obiettiva e lontana dalla
realtà19.
Forse questa è anche la ragione per la quale gli studi sul Vicino Oriente non affrontano temi come la dottrina islamica o la Jihad, nonostante l’enorme influenza esercitata dall’Islam in quell’area. Anzi, la dottrina islamica non si studia in nessuna università occidentale. Non è facile sapere se questa influenza si limita agli studi sul Vicino Oriente o se invece si addentra nei corsi di storia e sociologia.
Per esempio, a tutti noi viene insegnato che gli europei portarono gli africani in America come schiavi. Perché invece non studiamo i corsari barbareschi (musulmani del Nord Africa)? Per secoli saccheggiarono navi e villaggi costieri nell’area europea, arrivando fino al Regno Unito, e imprigionarono più di un milione di europei per venderli come schiavi in Nord Africa e nel Vicino Oriente20. Vaste fasce delle coste
europee vennero abbandonate a causa del terrore provocato da questi trafficanti di schiavi, le cui attività furono finalmente interrotte nel 1830 quando i francesi invasero l’Algeria. Nella lingua araba si utilizzano due parole distinte per definire uno schiavo: mamluk, schiavo bianco, e abd, schiavo nero.
(A titolo di confronto, esistono registri dettagliati di trasporto che mostrano che un totale di 388.000 schiavi africani sono stati spediti negli Stati Uniti prima del 1798, quando il commercio fu abolito volontariamente).21
Quanti oggi sono consapevoli degli attacchi perpetrati per secoli dai turchi dell’Impero ottomano ai danni dell’Europa dell’Est? Portarono così tanti schiavi europei in Vicino Oriente che la parola slave (”schiavo” in inglese) proviene dal termine slav (”slavo”).
Perché non ci viene spiegato nulla sulla tratta di schiavi islamica che si produsse in Africa per 1400 anni, ma ci limitiamo a studiare i 200 anni di quella europea?
Non c’è nessuna ragione che ci impedisca di esaminare i molti esempi di atrocità commesse dalla società occidentale in passato. E costituisce infatti uno dei suoi punti forti: ammettere gli errori e imparare da essi. Convincersi che gli europei siano stati gli unici a compiere tali barbarie nel corso della storia universale e che gli attuali problemi derivino dai crimini commessi dalle nazioni occidentali/cristiane, ricorda in modo sospetto l’atteggiamento di un dhimmi. È difficile dire se i fatti menzionati (i finanziamenti islamici alle università e l’accondiscendenza accademica) siano collegati o no, ma sembrano incastrarsi facilmente nel puzzle. Risulta quantomeno degno di nota il fatto che il Regno Unito possa essere in guerra con musulmani in due diversi paesi islamici (Iraq e Afghanistan) e che l’unico studio della dottrina/filosofia/motivazione del nemico lo dirigano dei musulmani.
Alcuni definiscono questo come essere politicamente corretti, ma a lungo termine suona più come suicidio politico.

Dalla pagina delle lettere al direttore del giornale The Australian, 19 settembre 2012:

Questo editoriale chiede un dibattito aperto, sincero e continuo sulla battaglia ideologica che caratterizza lIslam contemporaneo. Disgraziatamente, ho scoperto in prima persona che questo dibattito aperto non è possibile nelle nostre università.
Quando mi rifiutai di assumere una posizione favorevole al terrorismo islamico e quindi contraria agli Stati Uniti dopo gli attacchi dellundici settembre, scaturì una campagna di diffamazione nei miei confronti che durò diversi anni e si affievolì solamente quando vinsi una causa contro la società per cui lavoravo, grazie a quanto stipulato dal programma Work Cover.
Inoltre, negli ultimi dieci anni è stato chiesto diverse volte il mio licenziamento in seguito alla pubblicazione delle mie opinioni sullestremismo islamico e mi hanno spesso minacciato con azioni legali. Una delle persone che mi ha minacciato e che ha chiesto il mio licenziamento è un accademico di alto livello che insegna nella principale accademia militare australiana. Unaltra di queste persone occupa una posizione di prestigio in un centro nazionale di eccellenza sugli studi islamici.
Sfortunatamente, questa lunga serie di attacchi nei miei confronti in seguito ai miei interventi sullIslam e sullestremismo islamico ha seriamente pregiudicato la mia salute e mi ha costretto al pensionamento anticipato. Questo è il prezzo da pagare in questo Paese se si partecipa a un dibattito accademico sullIslam.

Mervyn F. Bendle, Townsville, Qld


17http://en.wikipedia.org/wiki/Al-Waleed_bin_Talal 18http://www.webcitation.org/query?url=http://web.archive.org/web/20051129011120/http://www.jang.com.pk/thenews/nov2005-daily/08-11- 2005/oped/o6.htm&date=2012-08-14
19  Per esempio: Learning from One Another: Bringing Muslim perspectives into Australian schools di Hassim e Cole-Adams
National Centre of Excellence for Islamic Studies, Università di Melbourne http://www.nceis.unimelb.edu.au

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