sabato 27 agosto 2016

15 Un tentato omicidio


Dopo la Battaglia del fossato, Maometto inviò dei sicari per uccidere il suo principale rivale alla Mecca, Abu Sufyan.

Dalla biografia di Al-Tabari:12

T1438 Maometto inviò due uomini alla Mecca per uccidere il suo rivale, Abu Sufyan. Il piano era semplice, e il leader era originario della Mecca, per cui conosceva bene la città. Partirono su un cammello verso la casa di Abu Sufyan, dove uno di loro sarebbe rimasto di guardia mentre l’altro sarebbe entrato e l’avrebbe ucciso con un coltello. Ciò nonostante, il musulmano che doveva aiutare voleva andare a pregare alla Kaaba. Il leader non era d’accordo, perché l’avrebbero riconosciuto, ma l’altro musulmano insistette e alla fine furono alla Kaaba, dove ovviamente il leader fu riconosciuto. I meccani lanciarono un grido di allarme e fuggirono dalla città. Non era più possibile uccidere Abu Sufyan.
T1439 I musulmani scapparono in una grotta alla periferia della Mecca. Posizionarono delle rocce davanti alla grotta e aspettarono in silenzio. Un meccano si avvicinò alla grotta mentre tagliava dell'erba per il suo cavallo. Il leader musulmano uscì dalla grotta e lo uccise con una coltellata al ventre. Luomo gridò ad alta voce, e i suoi compagni arrivarono di corsa; tuttavia, erano più interessati al loro compagno morente che agli assassini e se ne andarono portando via con sé il corpo. I musulmani aspettarono per un po e scapparono nuovamente.
T1440 Sulla via del ritorno a Medina, i musulmani incontrarono un pastore con un occhio solo. Scoprirono di formar parte dello stesso clan. Il pastore gli rivelò che non era un musulmano e che non lo sarebbe mai stato. Mentre stavano seduti a parlare, il pastore si sdraiò e si addormentò. Il capo afferrò il suo arco e conficcò la sua punta nell’occhio del pastore, trafiggendo il suo cervello e la parte posteriore della sua testa. Poi si rimisero in movimento verso Medina.
T1440 Sulla strada, il leader vide due meccani che erano nemici dell'Islam. Sparò a uno dei due e catturò laltro, portandolo con sé a Medina. Quando arrivarono da Maometto con il prigioniero e gli raccontarono laccaduto, Maometto rise così forte che gli si potevano vedere i molari. Poi li benedisse.

Commenti dell’autore:

Nei suoi primi giorni come profeta alla Mecca, Maometto non fu per niente violento. I suoi insegnamenti erano religiosi e confinati alle minacce nell'aldilà. A questo punto, però, il suo odio per coloro che si rifiutavano di credere in lui potrebbe essere definito disumano. La sua personalità è descritta dagli psichiatri come narcisistica: pretendeva che tutti l’adorassero e mostrava un odio psicopatico verso coloro che non gli davano la considerazione che richiedeva. In fondo, questi sono i valori sui quali si fonda l'Islam.



I musulmani credono che non esista altro Dio all’infuori di Allah e che Maometto sia il suo ultimo Profeta. Si crede che Maometto sia perfetto e il Corano ripete continuamente ai musulmani di emulare il suo comportamento. 

Come già sappiamo, i musulmani possono scegliere di seguire l’esempio di Maometto della Mecca, come la maggior parte di loro, o di seguire l’esempio di Medina, come i jihadisti. Dal momento che i versetti precedenti sono abrogati da quelli successivi, il Corano di Medina è meglio, ma dal momento che il Corano è perfetto, anche il Corano della Mecca è valido.

Per una mente occidentale questo è molto confuso. Secondo la nostra logica, se due cose si contraddicono, allora almeno una deve essere sbagliata. La logica occidentale è fondata sulla verità, e solo una cosa può essere vera. Nella logica islamica, invece, “verità” è tutto ciò che fa progredire l'Islam. Due cose possono quindi contraddirsi ed essere comunque “vere”.

La confusione che provoca questo concetto è intenzionale, e l'Islam spesso lo utilizza a proprio vantaggio. L’aspetto più duro (Medina) si cela dietro quello meno rigido (Mecca). Questa è una delle ragioni per cui i musulmani “moderati” si lamentano dei jihadisti con i Kaffir ma non potranno mai affrontare questo discorso con i jihadisti, poiché sanno che l’esempio di Medina è migliore.


1  Il manoscritto originale della biografia di Ibn Ishaq andò smarrito tempo fa. La Sira è stata quindi ricostruita tramite le note e scritti di due dei suoi studenti, Ibn Hashim e Al-Tabari. Pertanto, questa sezione è un estratto della “Sira”.

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